L'oratorio
Oltre la preghiera
Oratorio (oratorium) significa - letteralmente - "luogo per la preghiera". E, in effetti, nei tanti oratori istituiti a Roma da San Filippo Neri, la gente si riunisce essenzialmente per pregare.
E' così che, inserendo dapprima un canto tra un gruppo di preghiere e l'altro, quindi una narrazione, infine un dialogo tra due persone che simulano dialoghi sacri, si arriva ad una forma musicale sacra del tutto nuova.
Anche l'oratorio, come il melodramma, preferisce il canto monodico alla polifonia. Nell'oratorio
- mancano del tutto le scene;
- i personaggi non indossano costumi;
- c'è la figura dell'historicus, un cantante che anticipa i dialoghi dei personaggi esponendo l'antefatto e collegando le varie sezioni dell'oratorio;
- l'argomento narra vicende bibliche o relative alla vita dei Santi;
- il coro ha un ruolo fondamentale e interviene spesso;
- molte volte, accanto a personaggi reali (un Santo, l'Angelo, gli Apostoli), ci sono anche personaggi...astratti: la Fede, la Carità, ecc.;
- ci sono strumenti che accompagnano le voci: l'organo, soprattutto, e qualche strumento ad arco.
La preghiera dei figli d'Israele
Plorate filii Israel dall'oratorio Jephte. Una polifonia semplice ed elevata allo stesso tempo: è lo stile di G. Carissimi, il più grande compositori di Oratori del Seicento.